mai – story

La passione per la musica nasce con me: ricordo che, bambino, ascoltavo ogni giorno una vecchia radio che trasmetteva hit dell’epoca ma anche tanta musica operistica che mio padre adorava. Avevo sviluppato una certa predilezione per le frequenze basse, manipolando il potenziometro della regolazione toni della radio in modo da escludere le alte frequenze… era sicuramente un’anticipazione del mio corso di studi futuro.
Poco più che decenne iniziai a studiare pianoforte e già tre anni dopo mi esibivo (si fa per dire…) in occasione di feste popolari e manifestazioni trash assortite. Conservo un ricordo molto tenero di quel periodo perché ero un “picciriddo” al seguito di strumentisti con molti anni più di me… una specie di mascotte. A quindici anni la folgorazione: scopro casualmente la musica più trendy del periodo, i Police. Inizio a documentarmi e ad ascoltare tutto ciò che in Italia era impensabile produrre (ricordiamoci che nel ’73, all’epoca della pubblicazione di “The dark side of the moon” in Italia guidava la hit parade “Fin che la barca va, lasciala andare” cantata da Orietta Berti). Mozart si sovrappone ai Genesis, Chopin va a spasso con gli Yes… and so on!
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I primi risparmi messi da parte, frutto di inenarrabili performance ruspanti, coronano il sogno di acquistare li mio primo impianto hi-fi che diventa l’invidia e la meraviglia di amici e parenti… Poi arrivano gli anni dei Weather Report, Miles Davis, del movimento jazz-fusion che ribalta tutti gli schemi ma, parallelamente, mi sento sempre più legato al mio strumento e ai miei compositori-faro Debussy e Ravel, ma anche Pergolesi e Bach. Nel corso di questi anni avevo, intanto, assecondato una certa propensione a scrivere musica. Non conservo molto, anzi pochissimo, di quelle pagine: non riconoscevo alcun valore a quelle note, strappavo e ricominciavo. Ero, e sono sempre stato, poco indulgente verso me stesso ma allo stesso tempo continuavo, comunque, a provarci…


Conclusi gli studi di pianoforte, decido che non è ancora abbastanza: sento il bisogno di vivere l’esperienza orchestrale, così decido di intraprendere lo studio del contrabbasso, strumento che mi ha da sempre affascinato. Si ricomincia da zero e così, alla fine di anni di studio in Conservatorio, scuole di perfezionamento e innumerevoli esperienze in ensemble, sono pronto ad affrontare la professione di orchestrale. Vivo anni di concerti nazionali e internazionali con formazioni di musica da camera, così come in orchestre sinfoniche (Comunale di Bologna, Orchestra Sinfonica Siciliana), partecipo a Festival prestigiosi.

Poi… stop: un casuale ma decisivo incidente mi inibisce la continuazione della carriera concertistica. A distanza di un paio d’anni mi rimetto in gioco: capisco che il mio interesse è la composizione, la produzione e, di conseguenza, mi dedico ad acquisirne le competenze necessarie. Studio i compositori moderni, le avanguardie e la musica elettronica. Progressivamente mi inserisco nel mondo delle produzioni discografiche, ma riconosco che la giusta dimensione è scrivere e produrre la mia musica. Così decido di concentrarmi unicamente sulla mia capacità di espressione attraverso i suoni, alla ricerca di un linguaggio personale.


Mi porto dietro tante esperienze musicali fra di loro diverse e, in alcuni casi, agli antipodi una dall’altra: tutte, nessuna esclusa, hanno contribuito a determinare il mio stile che definirei assolutamente crossover, all’interno del quale si fondono classicità e contemporaneità, ricerca e spontaneità. Da alcuni anni compongo soundtrack per il cinema, collaboro con documentaristi di fama internazionale e con prestigiose istituzioni culturali.